La mattina del 10 Agosto 2018 una squadra dell'Associazione Speleologica Gullivert capitanata da Danilo Blanda con il supporto degli speleologi Dario Candela, Gabriele Cespa, Marta Petrucci, seguendo le indicazioni della guida Paolo De Santis della Hydrovert&Trek, vanno alla ricerca di un possibile accesso ad un sistema idrografico che possa confermare una ambiziosa teoria.
TEORIA: a monte di una serie di grotte allagate sui monti Carsiolani ci sarebbero degli accessi a dei fiumi sotterranei che alimentano un sistema idrografico di portata rilevante
Ci incamminiamo su sentieri boschivi poco battuti, oltrepassiamo il confine Lazio-Abruzzo e seguiamo il letto di un fiumiciattolo attualmente senza acqua.
A valle del fiumiciattolo, dove c'è stato segnalato un possibile accesso, iniziamo la ripulitura dalla vegetazione e tentiamo di ispezionare le possibili entrate; purtroppo la presenza di troppi detriti ci fa desistere dal procedere con eventuali scavi, pertanto risaliamo un pò più a monte, e qui osserviamo qualcosa di fenomenale....
Una correnta d'aria gelida attraversava l'arsura estiva, un flusso d'aria imponente che fuoriusciva da un buco nel terreno a ridosso della massa boschiva e sul letto di quello che doveva essere una forra.
Non c'era alcun dubbio: quella massa d'aria così fredda poteva provenire solo da un sistema di grotte sotterranee con presenza di acqua.
Lo scavo e l'esplorazione
Procediamo dapprima con una ispezione visiva, l'apertura e stretta e l' altezza pavimento-soffitto non supera i 60cm : secchio, pala, piccone, guanti, casco e tuta e si procede allo scavo per allargare l'accesso.
Rimossa parecchia terra l'apertura adesso è molto più agevole benchè si debba sempre entrare strisciando.
Visto che ero già vestito con casco a seguito, procedo per primo: mi ritrovo sotto una frattura, profonda 5m e larga 3m, si notano le tracce del passaggio d'acqua e il crollo dei massi.
La grotta si apre leggermente verso la parete di fronte e pare esserci un'ansa sulla sinistra.
Avanzando sempre strisciando mi accorgo che l'ansa è un vicolo cieco, tuttavia seguendo il flusso d'aria gelida che mi stava letteralmente congelando noto che un masso crollato nascondeva un'apertura sul pavimento.
Mi affaccio e vedo un pozzetto di 1,5m circa.
Purtoppo il poco spazio non consentiva di potermi affacciare nell'apertura, era dunque necessario entrare di piedi alla cieca e muoversi con attenzione e precisione poichè l'apertura era veramente stretta: il casco passava appena.
Entro nel pozzo e reggendomi con le braccia, sento con i piedi che i massi del pavimento sono stabili.
Mi raggiunge Danilo, che mi assiste all'entrata del pozzo, quindi procedo: mi accuccio, trovo uno slargo, mi giro con cautela e con somma soddisfazione mi trovavo di fronte ad un'altra camera.
Mi trovavo all'interno si una frattura con evidenze dei flussi d'acqua che l'hanno attraversata, con massi spigolosi, una camera inclinata verso il basso di circa 4m con un'altezza nel punto piu alto si almeno 3m: più simile a un meandro che ad una vera e propria camera.
Ispeziono la parte bassa e noto che in effetti sembra esserci un posso ostruito e poco più in alto un condotto da cui arrivava il flusso d'aria fredda, un condotto stretto di circa 2m di lunghezza che terminava in un'ansa dove si intravedefa un altro pozzo.
Purtroppo le ridotte dimensioni non mi hanno consentito di verificare, tuttavia avevamo materiale sufficiente per organizzare una agguerrita squadra di disostruzione.
La grotta continua e noi apriremo il passaggio.